Uno dei miei compiti preferiti è aiutare a mostrare alle persone la possibilità di ampliare gli orizzonti del loro scibile.

Ci sono tre ottime modalità d’azione per aumentare la nostra consapevolezza: studiare, viaggiare e conoscere persone.

Questo è il cosa, ma come ripeto spesso, è il come che fa la differenza.

Come avrai notato le tre attività enunciate poc’anzi sono alla portata di tutti eppure pochissime persone là fuori superano i livelli più superficiali della consapevolezza… perchè?

E la risposta è: perchè non hanno la minima idea di come fare ciò che possono fare.

Lo strumento della modalità è il dubbio, nella sua forma più comunicativa: la domanda.

Le domande di cui sto parlando non sono quelle poste ad altri ma quelle che dovremmo rivolgere a noi stessi.

Siamo abili ad interrogare gli altri e a riportare i nostri giudizi ma siamo assolutamente goffi nell’interrogare noi stessi e a riportare gli altri.

Studio, viaggio e conoscenza devono portare un apprendimento, ma questo non basta.

Ad esso deve essere affiancato subito un processo di elaborazione dubitativa che permetta la trasformazione della fredda conoscenza in tiepida comprensione.

Comprendere significa far proprio e non è possibile far proprio senza domande.

Lo step della comprensione è necessario ma non sufficiente.

Per dirsi veramente consapevoli oltre il livello della superficie dobbiamo aver compreso a tal punto ciò che abbiamo conosciuto da essere in grado di diffonderlo.

La diffusione, la calda diffusione in quanto processo attivo e laborioso, è l’obiettivo di un essere consapevole.

La conoscenza a sé stante è un mero gioco accademico.

Se ci fermiamo alla comprensione stiamo agendo in ego, un’azione finalizzata a sé stessa rappresenta staticità che a sua volta rappresenta la morte del processo consapevole.

La diffusione deve essere pantica, senza riserve.

Perchè la consapevolezza dell’uno se non diffusa rappresenta l’ignoranza di tutti gli altri.

Diventa ciò che sei destinato ad essere: sii consapevole!